official website | ||||
news * bio * live * photo * music * media * mail * c-log | ||||
C-log Encore: Dijon e Paris - 25.06.09 Dicono che la seconda volta non sia mai come la prima e hanno ragione. Infatti può essere meglio. Molto meglio. Che ce ne fossero delle possibilità, rispetto al nostro ultimo tour in Francia, ce ne siamo accorti al primo autogrill transalpino. Ma andiamo con ordine. Venerdì 19 giugno Partenza ore 4.30 (AM!). Andy, con uno scrupolo che si rivelerà molto sensato per la nostra resa psichica, impone l'orario. Gli altri accettano in silenzio pregustando già l'ipotesi di chill out post pranzo nell'albergo che è stato prenotato a Dijon. Si cerca di superare il traffico di Milano indenni, mentre sull'auto i discorsi si concentrano su ciò che ci accompagna sempre. In viaggio siamo di una monotonia disarmante. Di che si parla? Di sport? Di politica? Di donne? Magari! Gira e rigira si torna sempre a minuziose disquisizioni su compressione, masterizzazione, uso di plug in, tipi di microfoni, arrangiamenti di fiati, arrangiamenti di chitarre, arrangiamenti di ocarine, arrangiamenti di nacchere... Potremmo nascondere un microfono nella macchina e registrare il podcast più noioso della storia dei podcast. Poi ogni tanto salta fuori anche Patty Valsecchi. Ma poco stavolta, per la verità. Raggiungiamo il Monte Bianco senza intoppi. Ci rendiamo conto, attraversandolo, che ci stiamo abituando a questo percorso ed è una sensazione calda di familiarità. Poi finalmente arriviamo all'autogrill di cui sopra. Per la cronaca, era lo stesso al quale ci eravamo fermati all'andata a marzo – abbiamo una costanza nelle fermate che rasenta il paranormale -. Scendiamo per sgranchirci e, nel delirio pan-traduttorio, cerchiamo di assemblare delle frasi in francese direttamente dal dialetto bresciano. Alla domanda “Vieille, est-ce que tu as une paine?” capiamo che il nostro viaggio in Francia ha un senso e niente sarà più come prima. [per i linguisiti o gli italiani che non hanno dimestichezza con l'idioma camuno, la frase sopra deriva dal modo in cui il giovane bresciano approccia, con fare amichevole e al contempo altezzoso, qualcuno per la richiesta di una sigaretta. “Vecio, ghet mia 'na paìna?” che significa: “Ehi, tipo sconosciuto, non è che per caso avresti una sigaretta da offrirmi dato che ne sono sprovvisto?”] Rientrati in macchina le tematiche tornano maniacalmente a vorticare attorno alla musica, salvo interrompersi per qualche frazione di secondo con una escursione nell'automobilismo. Il dialogo relativo a questa variazione è più o meno questo: - Il week end scorso c'era la 24 ore di Le Mans - ... (vari mugugni di disinteresse) - Dov'è Le Mans? - Vicino ai brass. Risate e poi si inizia a ipotizzare che “Hi Brass” sia un software che consente di lavorare sui campioni di fiati o un'applicazione per iPhone, con il nome di iBrass, per trasformare il telefonino in una sezione fiati. Tempo della variazione? Stimabile in nanosecondi, poi si torna a parlare di musica. Che palle! Ma finalmente si arriva a Dijon. Il nostro hotel ha una portineria ricca di presenza femminili e, dopo un viaggio di sette ore in uno studio di registrazione mobile, fa piacere constatare che il mondo è anche questo. Ci viene mostrato il parcheggio dell'albergo. E' un garage in cui i proprietari dell'hotel si divertono a giocare a Tetris con le auto dei clienti. E' un sistema che ha qualche baco e ce ne accorgeremo il giorno successivo. Dopo essere stati in camera per una rinfrescata, decidiamo di raggiungere un bar per il pranzo. Ci infiliamo in un bistrot dove la solerzia del personale non è proprio la caratteristica principale. Dopo una mezzora dall'entrata, riusciamo finalmente a vedere la cameriera scrivere la nostra ordinazione. Nel frattempo, su un giornale locale, constatiamo con piacere che è indicato il nostro concerto della sera. Fa sempre un certo effetto leggere il proprio nome sui giornali esteri, anche quando ne viene dimenticato un pezzo: Ce soir, les Cinema! Vabbè, “volta” un'altra volta... Torniamo in albergo per riprendere le forze. Un po' di Derrick alla tv e poi tutti a russare sotto le coperte (malgrado sia giugno, fuori la temperatura è molto bassa e il tempo estremamente variabile). Raggiungiamo il locale in cui suoneremo. E' il Simpatico, in rue Berbisey, la via dei locali di Dijon. Il posto è un ristorante con cucina italiana in cui di solito si suona jazz. Facciamo il sound check e ci rilassiamo bevendo dell'ottimo vino bianco siciliano. Veniamo raggiunti da Vincenzo Cirillo, il “nostro uomo sul territorio”, colui grazie al quale abbiamo iniziato a suonare in Francia. E' sempre un piacere vederlo e stare a sentire i suoi racconti. Ceniamo con lui e ci aggiorniamo reciprocamente sui progetti in atto. Poi, finalmente, ci sediamo agli strumenti. Sarà stato il vino o l'ottima cena o l'atmosfera jazz del locale, fatto sta che suoniamo uno dei concerti più belli della nostra storia. Esagerato? No! Un concerto meraviglioso (occhio a questo aggettivo, perché ne risentirete parlare), uno di quelli in cui non vorresti mai smettere. In una pausa veniamo avvicinati anche da un gruppo di turisti inglesi. Uno di questi, non il più alticcio per la verità, ad un certo punto abbandona il suo accento londinese per qualche frase in napoletano. Ci sembra improvvisamente di essere in una pubblicità della Barilla degli anni Ottanta. A fine serata riceviamo anche un regalo inaspettato. Nel pubblico c'è un famoso disegnatore (voci informate dicono che sia un vignettista di Le Monde) che ci consegna una caricatura fissata sulla carta durante il nostro concerto. L'atmosfera è davvero magica.
La nottata si conclude con un giro nei locali di Dijon, accompagnati da Vincenzo, il nostro Virgilio toscano. Cerchiamo di bere qualcosa, ma siamo molto stanchi e decidiamo di ritirarci in camera. Sì, la seconda volta può davvero essere meglio. E questo è solo l'inizio. Sabato 20 giugno Sveglia sul tardi. Oggi abbiamo anche uno spettacolo a pranzo, dagli amici dell'Olio e Farina. Facciamo colazione in una ventosa piazza vicino all'albergo. Café au lait, spremuta d'arancia e pain au chocolat burrosissimo: in pratica, il modo migliore per dover correre in bagno a ripristinare l'equilibrio intestinale. Resistiamo a raggiungiamo il ristorante. Ormai Florence e suo marito, i gestori dell'Olio e Farina, sono amici ed è un'altra delle cose che ci fa sentire a casa anche qui in Francia. Dopo il sound check riusciamo ad evitare un pranzo troppo complicato digestivamente, optando per una caprese. Si comincia a suonare e i sospetti che i Cinemavolta tendano a piacere molto da queste parti, diventano certezze. Anche qui la gente impazzisce e si avventa sui nostri cd in vendita. Noi intanto ci diamo dentro e notiamo che il pubblico, oltre a mostrare di gradire, è anche bello! Insomma, poco possiamo dire sulla compagine maschile, ma quella femminile ha un fascino che talvolta impone dosi di alta concentrazione sul proprio strumento. Musicale...che avevate capito? Finito il concerto ci accomiatiamo da Florence promettendo reciprocamente di rivederci molto presto e decidiamo di non tornare in albergo, ma di fare un giro per Dijon. Stavolta dobbiamo assolutamente riempire la macchina di senape e ci dirigiamo verso il più importante “spaccio” della città. Dopo l'acquisto vaghiamo ancora un po' per la città fino a che la stanchezza non ha il sopravvento. La sera dovremo suonare a L'Amarone a Beaune, una quarantina di chilometri da Dijon, ma sappiamo che sarà una serata lunga e dobbiamo assolutamente riprendere un po' di energie. In albergo ci abbiocchiamo tutti pesantemente. Al risveglio ci accorgiamo di essere un po' in ritardo rispetto alla tabella di marcia. Come se non bastasse, i tizi dell'albergo patiti di Auto-Tetris, hanno deciso di incastonare la nostra macchina tra un gruppo di altre. Finalmente, dopo l'utilizzo di tutto il vocabolario francese a nostra disposizione, riusciamo a lasciare l'hotel alla volta di Beaune. All'arrivo veniamo accolti da Alberto, il proprietario del locale, che con un paio di battutine ben assestate ci fa capire che siamo davvero molto in ritardo. Dentro c'è già gente. Noi facciamo il sound check più breve della storia dello show business e cominciamo a suonare. Ma la magia, evidentemente, ci è compagna in questi giorni. Tutto fila liscio fin dal principio e, al primo avviso che i nostri cd sono in vendita, ne comincia la richiesta. Suoniamo un primo set di un'ora e mezza. Piccola pausa. Siamo ancora a stomaco vuoto. Continueremo a restarci per altre due ore, perché tutto ciò che riusciamo ad ottenere durante la pausa, è dell'alcol. Due parole con Alberto, due con Vincenzo e sua moglie Monique che sono venuti a trovarci e siamo di nuovo con gli strumenti in mano. Nel locale ci sono due compleanni e due addii al nubilato. Facciamo il record di “Tanti auguri a te” suonati in una serata e nei più diversi stili. Ad un tratto compare pure una ragazza vestita da ape (Ape Mayala, come ha giustamente puntualizzato Andy) che si mette a ballare praticamente tra i nostri strumenti. Scopriremo poi che è una delle nubili in procinto di prendere marito. Noi siamo alle stelle. Suoniamo qualunque cosa, compresa una versione di “Volare” un po' dixieland, che viene cantata a squarciagola da tutte le duecento persone del locale. Dopo un'altra ora e mezza di set, ci alziamo nella disapprovazione generale, ma noi dobbiamo assolutamente mettere del cibo nel corpo prima di svenire. I piatti sono spettacolari e il vino ancora di più. Alberto ci riempie di complimenti e noi ricambiamo. Fioccano le promesse per un prossimo concerto. Ma la serata non è finita. Il pubblico ci richiama di nuovo sul palco. Suoniamo per almeno un'altra ora alternando ai nostri pezzi, dei brani a richiesta. Ci ritroviamo addirittura a sviluppare una versione di “Ti amo” di Tozzi, famosissimo in Francia, che ad un certo punto diventa una specie di hard-tango. Chiudiamo sulle note di “8 novembre 1983”, dopo un'esecuzione da lacrimoni di “Perfect day”. Sì, è un giorno perfetto anche questo. E noi siamo esausti e felici. Restiamo fino alla chiusura del locale. C'è un altro compleanno da festeggiare. Quello di Alberto. Ci ritroviamo lì con la sua famiglia e tutte le persone che gli vogliono bene. Siamo un po' in imbarazzo, ma anche emozionati. Lo champagne inizia a scorrere tra le risate e i racconti e ancora una volta riusciamo a sentirci a casa. E domani si andrà a Parigi. Domenica 21 giugno I tormentoni. Finora sembra che non ce ne siano stati. Ebbene, non è così. Il vero leitmotiv di questo viaggio lo abbiamo mutuato da un programma di MTV, “I soliti idioti”, e portato alle più estreme conseguenze. In particolare lo sketch che ci ha accompagnati è quello che riguarda i consigli di vita di un vecchio padre al proprio figlio. Qui sotto una delle scene più salienti.
Il “Dai cazzo!” che si sente pronunciare più volte dal padre è diventato una sorta di mantra che ha raggiunto il suo culmine a Parigi, ma anche per questo racconto ci vuole un po' di pazienza. Partiamo da Dijon molto presto la domenica mattina (vabbé, un molto presto da artisti...). Sempre il solito saggio Andy propone l'orario della sveglia e gli altri assecondano con un cenno del capo (questo è uno dei segreti per andare sempre d'accordo nei gruppi). Partendo molto presto da Dijon, arriviamo molto presto a Parigi, dopo un viaggio costellato di lunghe pause seguite da svariati “Dai cazzo!”. Miracolosamente troviamo un parcheggio gratuito a due passi dall'albergo, un vero albergo parigino che ti fa venire voglia di avere un basco in testa e una baguette sotto l'ascella. Espletiamo le pratiche e usciamo per farci un giro, mangiare e tornare a schiacciare un pisolino prima del concerto. La città è già in fermento per la festa della musica. Ai Jardins du Luxembourg ci sono già un sacco di formazioni che intrattengono il pubblico con i generi più disparati. L'atmosfera è magnifica. Ci facciamo un hamburger con le patatine prima di trasformare carboidrati, grassi e proteine in abbiocco. Dopo circa tre ore raggiungiamo il Centre Culturel Italien dove suoneremo. Anche qui ritroviamo vecchi amici. Conosciamo anche i Télamuré , ottimi musicisti che, dopo il loro coinvolgente concerto, si fermano a raccontarci quale sia la situazione lavorativa in ambito musicale francese. Molto interessante. Prima di noi canta una corale di sciure francesi dedite allo studio della lingua italiana. Un'ora e mezza di canzoni di ogni tipo del nostro repertorio patrio e tanta energia pescata chissà dove. Brave! Saliamo sul palco. Il pubblico è già caldo. Soprattutto un tizio che animerà la platea per tutto il concerto. Una specie di Sloth (o uomo pesce) molto, molto, molto su di giri. Lo siamo anche noi. Sarà il fatto che dopo qualche minuto dall'inizio del concerto abbiamo già finito i nostri cd in vendita. E' la prima volta che ci capita di non riuscire a soddisfare le esigenze d'acquisto del pubblico. Proviamo comunque a regalare uno spettacolo che resti incollato almeno alla memoria di chi ci ascolta. E ci riusciamo anche con qualche gaffe. Momenti salienti:
Scendiamo dal palco frastornati dopo aver chiuso il concerto con “Angolo custode”. Un'emozione grandissima che ci lascia addosso una voglia di tornare al più presto a suonare in questa città. La festa della musica non è finita. Portiamo gli strumenti in albergo, ci beviamo qualche birra con quelli del Centre Culturel e raggiungiamo la Tour Eiffel, non prima di esserci fatti il Kèbab (da notare l'accento) più “berlinese” della città (sì, questa frase è molto in codice, ce ne rendiamo conto). Arriviamo alla torre che è molto tardi, ma non abbastanza per perderci lo spettacolo delle strobo che si animano sui tralicci d'acciaio. Tentiamo una cinquantina di autoscatti, ma il risultato è pessimo.
Decidiamo di tornare verso l'albergo con la RER. Dopo un viaggio un po' complicato, sbuchiamo finalmente nel quartiere latino. Serata finita, direte voi, tutti a casa, tanto per citarci. Niente affatto! Dopo aver tentato di prendere da bere in una paio di locali in chiusura, riusciamo a trattare per un whisky a pochi metri dal Pantheon, ma anche lì ci buttano fuori alla fine dell'ultima goccia di malto nel bicchiere. Ci dirigiamo verso l'albergo. D'un tratto scorgiamo un pub inglese che ha l'aria di tenere aperto ancora a lungo. Dentro suonano e ci sediamo negli unici posti disponibili, alla fine del bancone. Una barista molto carina si prende cura di noi. Ricambiamo la sua attenzione ordinando altri bicchieri di whisky e, come è ovvio, lo spettro del tormentone si materializza al nostro fianco. Sempre dallo stesso sketch dei “Soliti idioti” rubiamo l'appellativo con cui, da ora e per sempre, chiameremo quella barista: Meravigliò!!! Dopo altre ordinazioni alcoliche e dopo aver pescato nella borsa di Stefano un nostro cd sopravvissuto e prontamente donato a Meravigliò, torniamo in albergo con quella sensazione da “estate sta finendo”. Ci addormentiamo di botto. Come bambini. La sveglia suonerà tra poche ore. Domani viaggeremo verso casa e avremo modo di parlare del nostro futuro, delle molte nuove idee che ci sono venute, del funky e del groove, della fiducia e della stima. Grazie a tutte le persone che abbiamo conosciuto e a quelle che già conoscevamo e ci hanno accolto facendoci stare bene. Grazie a te, Francia... … … … … … … … … … … … … … … … … … DAI CAZZO!!!
Mini Tour de force a Dijon- 25.03.09
Si
parte mercoledì notte perché in settimana si è
scoperto che è stata aggiunta una data per il pranzo successivo.
Il navigatore, con voce suadente, dice che la meta sarà Dijon.
Le cose filano lisce fino al traforo del Monte Bianco. Qui ci troviamo
improvvisamente incolonnati pronti per entrare. Non una colonna vera
e propria. Cinque, sei macchine ed espressioni di panico nelle facce
di tutti. Max consulta il web e scopre che secondo una notizia dell’Ansa
il tunnel dovrebbe essere chiuso per tre ore. Ansia. Poi però
si accorge che la notizia è riferita al giorno prima. Andy scende
e conferisce con un automobilista tedesco. Torna con la buona notizia:
il traforo è momentaneamente chiuso per un trasporto eccezionale.
Dopo una quarantina di minuti, infatti, si vedono sbucare da sotto le
rocce innevate due yacht appoggiati su due tir minuscoli e affaticati.
Si riparte. Tormentoni del viaggio notturno, in un’autostrada
francese deserta, sono: Patty Valsecchi (prima o poi ti spiegheremo
perché, Patty!), Feisbus (proprio così, ma in origine
era Facebook) e la pratica del “confezionamento”. Soprattutto
quest’ultima impegna duramente la nostra capacità dialettica.
In base a tale pratica, tutto ciò che è un oggetto creato
dall’ingegno o dalla manualità (anche meccanizzata) è
confezionabile. Ok, un esempio. Se sei al ristorante puoi chiedere che
ti venga confezionato un piatto di pasta. Sei dal parrucchiere? Chiedi
se ti confeziona un appropriato tagli di capelli. Insomma, oltre seicento
chilometri per elaborare una teoria così stupida. Il merito,
o la colpa, è forse da ricercarsi nella liquirizia, che si è
scoperta essere una droga per i cinemavolta (e per Cico in particolare).
Giovedì 19 marzo Sveglia
alle nove. Brodaglia chiamata caffè, grandi quantità di
burro sul pane, croissant che, miracolosamente, nella notte hanno raggiunto
il numero di quattro. Poi Annemarie ci accompagna al primo locale in
cui suoneremo, Le Verdi. E’ un ristorante vagamente italiano,
anche se il proprietario si è scoperto poi essere di nazionalità
spagnola. Scarichiamo e verifichiamo il primo inconveniente di una mancata
standardizzazione europea: le spine della corrente sono diverse dalle
nostre. Dopo lunghissimi tentativi di farci spiegare dove possa essere
una ferramenta o un posto in cui comprare delle riduzioni, ci affidiamo
alla soluzione definitiva: confezionare una presa di corrente alla francese.
E ci si riesce! La riduzione, che è conservata ora in una teca
di vetro presso l’abitazione di Andy, ci salverà in tutte
le successive situazioni. Brevissimo
sound check e ci chiudiamo nell’auto sotto gli occhi stupiti degli
avventori. Il motivo è semplice: su Virgin Radio France sta passando
un nostro pezzo, “Mister Costello” e siamo stati avvertiti
della cosa da Vincenzo Cirillo. Ma non è tempo per la gloria.
Entriamo nel locale e spariamo la nostra musica.
Venerdì 20 marzo Sveglia
al solito orario. Caffè - stavolta confezionato da Andy cooptato
da Annemarie per non avere responsabilità sul risultato - burro,
pane, marmellata, croissant. Usciamo alla volta dell’Olio
e Farina, altro ristorante italiano in cui faremo una breve session.
E’ in pieno centro e fa un freddo polare. Noi, ovviamente, abbiamo
portato solo roba primaverile, e sembriamo degli scappati di casa con
tutti gli indumenti indossati uno sopra l’altro. Raggiungiamo
il ristorante, montiamo gli strumenti e facciamo il sound check. E’
mezzogiorno scarso e ci sediamo a pranzare prima dello spettacolo (la
colazione è stata fatta solo un paio di ore prima…). Si
mangia molto bene. Anche troppo bene, considerando che per i primi tre
pezzi del concerto Cico e Max devono fare molta fatica a non ruttare
fragorosamente nella tromba e nel microfono. A parte i problemi digestivi,
il concerto va molto bene e la cosa spinge la proprietaria del locale,
ad una serie di complimenti plateali sulla voce e sugli occhi blu di
un imbarazzatissimo Max che si costringe a cantare ad occhi chiusi gran
parte delle canzoni. La più divertita sembra essere Annemarie
che, per l’occasione, si finge addirittura nostra tour manager.
Scesi dal palco veniamo circondati da un sacco di persone che ci riempiono
di complimenti. Davvero una bella sensazione. Ci rilassiamo bevendo
un po’ e ascoltando le jam session di altri musicisti accorsi
al teatro (memorabile quella di Max Trani e del contrabbassista scat
Silvio Angiolucci). Sabato 21 marzo Oggi non suoneremo a pranzo, ma il buon Vincenzo ci ha organizzato un set a Les Halles di Dijon. In pratica il mercato. Però disegnato da Eiffel (sì, lui, quello della torre). Arriviamo verso le undici e cominciamo subito a suonare. Si forma un capannello che richiama l’attenzione di un armonicista biascicante che si unisce ai cinemavolta. Concerto strepitoso. Il pubblico partecipa e non si lamenta. E non si lamenta nemmeno il proprietario del banco della frutta e verdura presso il quale suoniamo. Felici
raggiungiamo Le Verdi per il pranzo. Ad aspettarci ci sono
già Gnagna, Max Trani e compagna. Ci sediamo e la tavolata si
immola in una pedantissima conversazione sull’arte che presto
ci offre occasioni di cabaret (insomma, siamo fatti così ed è
arte pure il cabaret). Il pranzo è faraonico e ci occorre un
po’ di tempo per smaltirlo. Raggiungiamo rue du Midi e proviamo
a riposarci. Ovviamente non ci riusciamo. Restiamo un paio d’ore
a parlare di cose dimenticabili mentre il povero Andy cerca di placare
il mal di testa che lo ha raggiungo dopo le infinite libagioni. Poi
si parte alla volta di Beaune, dove si dovrà tenere l’ultimo
concerto. A
Vincenzo, Monique, Emile ("che sta incazzato"), Annemarie,
gli altri loro amici di cui non ricordiamo il nome, i fonici del teatro,
gli attori dello spettacolo, il pittore in scena con noi, Gnagna, Max
Trani e la sua ragazza (altra dimostrazione della nostra memoria labile),
Dente (non il cantante, ma il gestore), Elena, Alberto, lo spagnolo
del Verdi, Fuori dal tempio, Anto e i cugini, il trio Burma, il cantante
dei Les Anarchistes, l’armonicista biascicante, Patty Valsecchi: Ah,
chi sono io? Memorabilia from Youtube - 02.04.08Quanti ricordi... Dal cine-freezer abbiamo tirato fuori un po' di filmati che avevamo dimenticato. Buona visione! Ecco un'intervista (in due parti) a Rock Tv per la Rocktvnight al Flog di Firenze del 2006.
Poi la nostra fugace apparizione al Tg2 di qualche anno fa in un servizio dedicato al Mei di Faenza (da notare il contrasto climatico tra Hot-Max e Davide "the cooler", chitarrista che ai tempi ci accompagnava dal vivo)
Infine un'intervista per Brescia Punto Tv in occasione dell'uscita del nostro primo disco (fissare troppo la sedia di Andrea può provocare nausea, noi vi abbiamo avvisati...)
Latteria artigianale Molloy- 12.02.08Il nostro tour bresciano "galattico" (dal greco Galatos, dai!!!), continua alla Latteria Molloy. Il locale è uno dei più interessanti della scena bresciana. Uno di quei posti frequentati da tanti musicisti, dove nascono le collaborazioni e dove le serate finiscono nella nebbia dei discorsi sui massimi sistemi che puzzano di whisky. Proprio in questo locale abbiamo conosciuto Cico, un preparatissimo trombettista con un’idea di musica che coincide con la nostra. Sul palco, dopo un paio di prove, viene anche lui. Ci accompagna per quasi tutti i brani del disco e regala ai pezzi un colore nuovo. Per tutto il concerto siamo felici di sentire finalmente un altro suono assieme ai nostri tre strumenti.
La serata si conclude, dopo i saluti a persone che non vedevamo da tanto tempo e ad altre conosciute tramite myspace, con una colossale bevuta in compagnia di Marco, un vecchio amico. Un altro musicista che suonerà la prossima settimana alla Latteria. Passate a trovarlo: oltre ad essere bravo sarà accompagnato da Cico: è impossibile resistere alla tentazione di suonare con lui una volta visto sul palco! E forse è anche merito di quelli della Latteria, che hanno creato un posto per la musica, senza lustrini e ballerine. Amen.
Latte+ - 10.01.08Finalmente si torna a Brescia su un palco importante. Siamo contenti perchè quelli del Latte+ sono amici che non vediamo da tanto tempo e sappiamo che durante la serata potremo finalmente rivedere le amate "banane". Lo show è piuttosto energico e vola via fin troppo veloce. Eccone un piccolo assaggio da Youtube:
Queste riprese sono di Joao (che oltre ad essere nostro amico è un mito vero!). Durante la serata riusciamo anche finalmente a conoscere Alberto, splendida persona incrociata grazie al basket e a un bel po' di mail. Alberto ci riempie di fotografie. Eccoli tutti e due in azione. La foto è di Silvia, che passa la serata a riempire il locale con i lampi del suo flash!
Sestriere - 27.12.07Concerto pomeridiano il giorno dell'antivigilia di Natale. Sestriere non è molto affollata. Passiamo tutto il tempo a guardarci in giro sulle piste da sci in attesa che da un momento all'altro scendano Boldi e De Sica, come nella migliore tradizione cinematografica natalizia. Grazie a dio non succede. Il concerto è in una costruzione bellissima. Suoniamo praticamente in una mansarda. Abbiamo anche un po' di tempo per rilassarci (stordendoci con il punch al mandarino) giocando al mercante in fiera.. ...e un po' di tempo per qualche foto ricordo (da Marte?)
Day Bar - 20.11.07Back home! Era dal 2005 che non tornavamo a suonare al Day Bar. E' il posto in cui, quando siamo a Montichiari, andiamo per piccole riunioni che poi si trasformano in epocali aperitivi. In occasione di questo concerto ritroviamo un po' di amici che non vedevamo da tempo e un piccolo nucleo di "banane", sempre affettuose e sempre importanti (le foto qui sotto sono di Silviuz!).
Quello che (forse) sta ballando in questa foto è proprio Andrea, passato a trovarci in una pausa della sua ormai lanciatissima carriera "classica". Bella serata. Proprio un piacere tornare al Day Bar dopo tanto tempo. Grazie Pier (e grazie alla cameriere)!
La presa di Roma - 18.11.07Siamo felici di lasciarci per un po' la Lombardia alle spalle. Certo, abbiamo fatto una presentazione a Genova, una a Verona ed una a Torino, ma lasciarsi alle spalle le Alpi e affrontare gli Appenni tra Bologna e Firenze ci fa sempre capire che siamo musicisti un po' più veri. Vabbè, ognuno ha le sue perversioni. Il viaggio scorre tranquillo e senza intoppi. Ci si ferma per un ricco pasto dalle parti di Firenze (purtroppo ci perdiamo il solito autogrill di Aglio ovest che ha panini speciali che anche solo a nominarli fanno lacrimare di gioia il nostro fonico Giorgio). Arrivati a Roma cerchiamo l'albergo che ci accoglierà per i tre giorni di permanenza nella capitale. Probabilmente il nostro navigatore ha velleità da guida turistica e ci fa subito passare dalle parti di una famosa vecchia costruzione. Poi finalmente si arriva in albergo. Una meravigliosa palazzina tutta per noi gestita da un russo rubizzo e un po' sovrappeso che fa un uso della lingua italiana tutto personale (con un accento per metà russo e per l'altra romanesco...). Una doccia e siamo pronti per la nostra conquista di Roma: Dopo la presentazione in libreria il nostro ufficio stampa riesce a piazzarci un'intervista a Radio Città Futura, emittente molto famosa nella capitale. Siamo ospiti della trasmissione Buffalo Bill e lo speaker, Jonathan Giustini, è molto simpatico e incuriosito dal nostro cidilibro. Finita l'intervista schizziamo al Lian Club in San Lorenzo. Un giro rapido di conoscenze, un sound check rapidissimo e siamo pronti. Ci accomodiamo con un whisky (siamo tutti a stomaco vuoto!) e iniziamo a presentarci a persone che prima conoscevamo solo per via telematica. Troviamo anche un'amica che non vedevamo da tantissimo tempo. La sintonia con tutti è da subito calorosa. Il locale è davvero carino e il palco è accogliente, con delle meravigliose sedie Luigi XIV
Siamo particolarmente ispirati e il concerto ci regala un sacco di soddisfazioni. Anche Antonello, fonico del locale, si lascia andare ad una serie di sperimentazioni che ci regalano un po' di psichedelia che non immaginavamo di trovare in un set che si cedeva fosse acustico (!). Finiamo la serata proprio con Antonello (che nella foto ha una splendida maglietta dei cinemavolta) e ci promettiamo di vederci presto da quelle parti. La mattina dopo ci alziamo con intenzioni turistiche che assecondiamo.
L'incontro
più surreale è quello con un centurione al Colosseo. La pioggia purtroppo tiene lontane le folle che ci aspettavamo, ma le persone che ci sono si dimostrano attentissime e ci sommergono di domande sul libro e sul disco. La serata finisce con una cena spettacolare in compagnia di Calogero, persona davvero splendida. Al momento dei saluti ci spiace tanto di dover lasciare quel posto e, il giorno dopo, Roma. Ma torneremo presto. Promesso!
Fnac Genova - 13.11.07Torniamo sempre volentieri in questa città. Sarà perchè c'è il mare o perchè ci sono amici che non sempre riusciamo a vedere. Mah... Comunque anche stavolta ci si diverte sul palco (con un po' di cine-cabaret). Un esempio? Guardate le due rockstar qua sotto durante la presentazione: Poi si finisce come al solito nei vicoli a mangiare e bere ascoltando i gossip piccanti di una nostra informatrice che ci illumina sui vizi di certi vip (sì, tremate!!!!)
Smetti di essere felice (il promotour) - 07.11.07Stiamo girando in lungo e in largo la penisola per portare il verbo dei cinemavolta (sì, in questa frase ci sono almeno due esagerazioni: siate clementi). Cercheremo di inserire racconti più dettagliati, soprattutto dopo la tre giorni romana che ci aspetta la prossima settimana. Intanto inseriamo un po' di foto fatte in occasione della presentazione milanese del cidilibro alla Fnac (con i due ex giocatori di basket che hanno firmato le prefazioni al libro) e della festa al Goganga (con Nikki) in cui abbiamo proiettato in anteprima anche il nuovo video. Djordjevic, Pessina, Jevtovic e...Tozzi Da notare qui sotto il pubblico molto Rock 'n Roll (non ve lo ha ancora detto nessuno che quest'anno è molto cool il capello grigio?)
Nikki!
Smetti di essere felice (il video) - 02.10.07Domenica abbiamo girato a Milano un altro video. Questo è decisamente più serio e "tradizionale". La regia è sempre di Angelo Camba e vede la partecipazione di personaggi molto noti del piccolo schermo. Per ora è tutto. Intanto ecco qualche foto rubata sul set (grazie Mimma!)
Fuori di qui!- 01.08.07Dopo due anni di onorato servizio - svariate centinaia di giornate di prove, ore e ore di registrazioni, un servizio fotografico e un video - abbiamo dovuto abbandonare la nostra sala prove. Ecco come si presenta adesso: E siccome è ora di pensare al nuovo disco, abbiamo abbandonato, con il cuore inzuppato di tristezza, il nostro divano rosso. Ci mancherà.
L'esercito delle commesse - il video - 25.06.07"L'esercito delle commesse" sarà il primo singolo di "Smetti di essere felice". Ieri ne abbiamo girato il video, a pochi chilomentri dal lago di Garda, con la regia di Angelo Camba e Maria Luisa Crisponi. E' stata l'occasione per assistere alla trasformazione delle "Banane" in commesse. A parte qualche intoppo iniziale, tutto è filato liscio e la "troupe" ha magistralmente ovviato ad alcune mancanze fondamentali (tipo il potagonista, che ha deciso bene di non presentarsi all'ultimo momento). Eccola in azione, affiancata da colui che ha sacrificato orecchie e neuroni occupandosi del playback del brano che per oltre un centinaio di volte è uscito dalle casse dell'impianto. Il video è stato girato nei dintorni del nostro capannone-studio-sala prove-discarica ...
... e un po' al suo interno. Sia fuori che dentro la temperatura ha raggiunto calori prossimi a quelli della crosta solare. Ora non staremo a riassumere la trama del video, ma la presenza delle commesse alle spalle di Matteo è abbastanza eloquente. Come eloquenti sono le escoriazioni sulla sua schiena a fine giornata.
Tropical PUSA - 21.06.07Ed è arrivato anche il momento del nostro ospite. La sera scorsa è venuto a trovarci Nikki. Ascoltando spesso Tropical Pizza, il suo programma pomeridiano su Radio Deejay, ci è venuta voglia di fargli cantare "Peaches" dei PUSA, l'unica cover che sarà inserita nel nostro prossimo sudatissimo progetto. Lui, dimostrando una disponibilità e una serietà quasi commuoventi, ha accettato. Il risultato è incredibile. La voce di Nikki sembra fatta apposta per la nostra versione post-grunge-soulwax del capolavoro dei Presidenti.
Alla fine delle registrazioni si è divertito un po' con qualche chitarra di Max, quasi innamorandosi della Washburn N2 Bettencourt. La prossima volta sarà bene chiamarlo anche per qualche partecipazione con la sei corde. Grazie veramente di cuore, Nikki. Cinque alto e abbraccio. Insetti mutanti della pianura padana - 12.06.07Ormai il disco è finito (manca solo il magico apporto di un ospite, ma lo sveleremo presto). Nel frattempo sudiamo nella nostra sala prove, sperando che le "api della Michelin" ci lascino in pace. Date un'occhiata alla mano di Stefano: Voci - fine aprile '07Finalmente possiamo usare i microfoni della mitica valigetta di Giorgio (che è un po' come quella degli effetti di Peter Frampton). Dopo qualche aggiustamento siamo pronti per le registrazioni della voce. I brani sono undici (dieci nostri e una cover che forse avrà un ospite d'eccezione). Nel frattempo ultimiamo anche le voci del brano per i Wu MIng. Ecco un piccolo filmato della performance (un po' gridata... ma solo un po' ...).
L'estate anticipata ci stimola e in pochi giorni riusciamo a chiudere le registrazioni. Tra poco si comincia il mix dei brani. Nel frattempo ci arrivano delle buone notizie che riguardano "Smetti di essere felice" e che, per scaramanzia, ancora non osiamo comunicare. Non vediamo l'ora di vedere questo figliolo camminare con le sue gambe. Intermezzo Wu Ming - 12 & 13-04-07Da Casasonica ci chiamano per una sonorizzazione del nuovo romanzo dei Wu Ming: "Manituana". In un paio di giorni nasce una canzone che ci piace molto. Si intitola "Dalla parte sbagliata" e uscirà, se abbiamo capito bene, in una compilation di Casasonica per il Salone del libro di Torino. Appena avremo dettagli in più li forniremo. Ora è tempo di passare alla registrazione delle voci di "Smetti di essere felice".
It's Guitar Time! - Prima, durante e un po' dopo Pasqua
Max può sfoggiare chitarre (e magliette) di varie forme e colori per registrare le undici tracce di "Smetti di essere felice".
Finalmente è l'occasione buona per impiegare anche la chitarra venduta da Marilyn Manson dopo un suo concerto a Milano (è vero!!!): una telecaster G&L (molto glitter). Numero 8, come Danilo Gallinari. Tutto fila liscio finchè Max non decide, accompagnato dalla fiera Paolucci, di andare al campetto per trovare qualcuno da sfidare. Dopo un minuto (sic!) di gioco il più classico degli infortuni cestistici lo costringe alla panchina. Tanto ghiaccio, fasciatura stretta e litri di Fastum Gel
Nei giorni successivi Max appronta un sistema complesso di cuscini e sgabelli con cui riesce a portare a termine le registrazioni nei tempi giusti. Adesso è il turno delle corde vocali.
Giorno 5 & 6 - 26.03.07Sistemate un po' di faccende della parte letteraria di "Smetti di essere felice (a comando)" iniziamo a registrare il basso. Per l'occasione si cambia location e si va a Milano, in un piccolo studio, per immortalare i suoni profondi di Stefano. A parte la visione di qualche divagazione cinematografica (della settimana precedente), il lavoro procede senza intoppi. In un paio di giorni le linee di basso sono pronte. Per l'occasione ci si avvale della presenza di due produttori amici, per statura e passioni, di Max. Eccoli durante una delle sessioni di registrazione. I due forniscono ottimi consigli su come dare colore e profondità ai brani. E' un po' la sagra del basso distorto. Si deciderà poi in sede di mix se tenere sempre l'ombra dei NIN su ogni pezzo. O dei bassi in stereo di Billy Sheehan. La prossima settimana tocca alle chitarre. Giorno 4 - 18.03.07 Oggi Matteo finisce il suo turno di registrazioni. E' la volta de "L'esercito delle commesse", "Metalious", "Dovere piacere" e della cover riarrangiatissima di "Peaches" dei PUSA. Si prova anche a collegare un televisore, per vedere qualcosa durante i backup, costruendo un'antenna artigianale di oltre quattro metri. Riusciamo a distinguere il logo di raidue, raitre e la sette. Ci accontentiamo. Le registrazioni procedono senza intoppi mentre Stefano trova il tempo per qualche sua performance. Max ha una illuminazione mistica che lo porta ad immedesimarsi con Ernest Hemingway.
Ve lo abbiamo detto che "Smetti di essere felice (a comando)" è anche un romanzo? Finite le registrazioni Matteo crolla Ma con le ultime forze rimaste improvvisiamo uno spettacolino per ombre cinesi. E la prossima settimana tocca a Stefano!
Giorno 3 - 17.03.07 Si continua con le batterie oggi è la volta di "Complotto", "Primato personale", "Smetti di essere felice", "Mister Costello", "Playstation" e "Dante". La mattinata vola via tranquilla. Data la buona giornata decidiamo di comprare della carne e fare un barbecue nel retro del capannone dove stiamo registrando. Colleghiamo la griglia all'impianto elettrico, stappiamo delle malauguranti birre da discount e succede ciò che non deve mai succedere durante delle registrazioni: va via la corrente. Iniziamo a girare come elettroni impazziti per tutto il capannone alla ricerca del quadro principale. Nessuna delle nostre operazioni sembra avere effetto. Passa un'ora in cui le ipotesi su come procedere si sviluppano come mostri. Proprio nel momento in cui abbiamo ormai deciso per l'affitto di un generatore di corrente, Matteo trova la soluzione (dove poco prima qualcuno di noi già aveva guardato...). L'entusiasmo è alle stelle. E anche l'appetito. Colleghiamo la griglia ad un'altra presa di corrente e riusciamo a cuocere la carne. Sono ormai le tre. Il sole si sta nascondendo dietro alle nuvole, ma noi restiamo fino alla fine del pranzo innaffiando il tutto con altra ottima birra. Poi si continua con le registrazioni. E non solo... Durante il backup troviamo anche l'occasione per qualche scatto artistico
E' ormai notte quando usciamo dal capannone. Decidiamo di andare in un locale a Moniga per un ultima birra. Per onorare il St. Patrick's Day finiamo in un pub irlandese dove incontriamo anche delle amiche. Restiamo qualche ora a parlare con loro fino a che non crolliamo dal sonno. L'indomani si finiranno le batterie ed ora è meglio tornare a riposare un po'.
Giorno 2 - 16.03.07 Oggi si comincia con le batterie. Matteo è molto carico. Iniziamo con "Amore/tutto". E' il brano preferito di Giorgio che lo considera "perfetto" (anche se dopo il primo ascolto dei provini ci aveva detto che gli dovevamo una cassa di Pampero. Per farsi andar giù i nostri pezzi si era dovuto ubriacare. Ecco, noi lavoriamo con gente così...). Le registrazioni procedono spedite e senza intoppi.
L'unico inconveniente è il trasferimento dei dati dall'ADAT HD24 al pc. Per evitare di dover restare intere notti a fare il backup decidiamo di spostare i file delle registrazioni ogni due o tre brani. Nei tempi morti si inventano cose come queste:
Menzione d'onore per lo pseudo succhiotto di Stefano (che ci ha anche mostrato come se l'è procurato)
Giorno 1 - 15.03.07 Dopo molti mesi di prove, appuntamenti, riunioni, pianificazioni finalmente si parte. Oggi è il primo giorno di "Smetti di essere felice (a comando)". Giorgio - il nostro super fonico -ci raggiunge nel nostro studio con tutto il materiale per poter cominciare a registrare. In un attimo è già notte e ci resta solo del tempo per organizzare le sessioni d'incisione dei prossimi giorni. Poco prima di spegnere la luce ci rendiamo conto che il posto in cui siamo si è trasformato nel set di un film di Kusturica. Già sappiamo che la cosa avrà effetti devastanti sulla nostra creatività.
09.02.07 Parte oggi il nostro nuovo diario. Sarà un diario un po' atipico in cui non inseriremo solo qualche racconto di ciò che ci capita per strada. Ci metteremo anche un po' di comunicazioni varie, un po' di anticipazioni, delle foto e qualche link per recuperare più in fretta le informazioni. Bene, venerdì scorso abbiamo suonato a Vercelli. Ed è stato surreale. Forse più del solito. Intanto, c'era una nebbia mostruosa. Pensavamo che fosse Mantova la patria della nebbia perenne, ma ci sbagliavamo. Vercelli è molto peggio. Arrivati, guidati dal fido navigatore satellitare vinto con i punti del detersivo, abbiamo riconosciuto la città solo per la presenza di lampadari a forma di pallone lungo il ciglio della strada. Fino a lì le uniche luci viste erano: un faro retronebbia rosso accecante di un premuroso automobilista; un lampeggiante arancione sulla cabina di un camion dagli effetti lisergici (dobbiamo imparare a non ascoltare mai Aphex Twin in circostanze come quelle); la spia della riserva della benzina della nostra auto. A destinazione abbiamo raggiunto il contatto sul territorio. Gianluca Mercadante: parrucchiere di giorno e scrittore di notte. Eravamo lì per mettere in scena con lui una performance di lettura accompagnata presso un centro culturale, a quattro passi dalla stupenda sinagoga nebbiosa di Vercelli. Dal parrucchiere abbiamo approfittato per qualche scatto. Dopo esserci ricomposti abbiamo raggiunto la sede dello spettacolo e abbiamo...ehm...fatto il sound check. Stavolta molto semplice per la verità: è bastato tirare fuori chitarra e basso acustici dalle custodie. Voilà! Sì, nessun impianto e tanta acustica naturale. Con questa consapevolezza abbiamo raggiunto una pizzeria, non prima di essere passati a fare un aperitivo sontuoso in un ottimo barettino del centro. La performance è stata molto intensa ed è riuscita bene. Prevedeva la sonorizzazione di un racconto di Gianluca dal titolo "Le ragazze discount". Abbiamo colto l'occasione per inserirci un po' canzoni nuove. Suggestivo il finale in cui un Gianluca ispiratissimo si è messo a spegnere le candele sulle ultime note di "Nei limiti" lasciando il pubblico e noi al buio. La vera sorpresa della serata però sono state Vale e Cinzia. Non solo perchè sono capitate lì all'improvviso giungendo una da Torino e l'altra da Bologna. Non solo perchè a fine concerto ci hanno anche offerto da bere. Ma soprattutto perchè ci hanno aiutato a girare il secondo capitolo del Blair Witch Volta. Certo, il risultato è un po' sbilenco, ma signori, l'arte è arte! In realtà ci sarebbe anche un terzo episodio, ma girare il collo per vedere anche quello può essere pericoloso. Valuteremo se pubblicarlo nel moblog previa consultazione di questo sito. Cinebaci.
|
||||